venerdì 27 marzo 2020

Step 4: Nella mitologia

Artemide, nota anche come Diana, nella mitologia romana, è principalmente la dea della caccia, del tiro con l'arco e della foresta. Il mito racconta di lei come una donna dal carattere determinato.
Ci tengo a premettervi che, per alcune fonti, sia stata proprio lei, dopo la sua nascita, ad aiutare sua madre a partorire Apollo. Ma era solo un evento che ci tenevo a raccontarvi, niente di più. Quando non era più che una bambina, stilò una serie di richieste destinate al padre, Zeus: per prima cosa domandò di restare vergine per sempre, di avere molti nomi come il fratello, Apollo, chiese di poter avere delle seguaci, di poter cacciare e anche arco a frecce. (Altra nota che ci tengo a farvi presente: lei chiede arco e frecce ma, immediatamente, se ne pente, dice che se li farà costruire direttamente dai Ciclopi: solo così poteva essere sicura della qualità delle sue armi). Insomma, una vera e propria lista dei desideri! 
Tra le tante opere che la cantano, vi lascio l'inno "Ad Artemide" di Callimaco (310 a.C. - 235 a.C.), poeta e filologo greco.

Ad Artemide
Artemide cantiamo (per chi canta
non è lieve ignorarla), che ama gli archi
e la caccia alla lepre e il vasto coro
e scherzare sui monti, cominciando
da quando, ancora piccola bambina,
in questo modo si rivolse al padre,
stando seduta sulle sue ginocchia:
Concedimi, papà, di rimanere
vergine sempre e avere molti nomi,
perché Febo con me non venga a gara.
Concedimi archi e frecce; suvvia, padre,
non ti chiedo di darmi una faretra
né un grande arco. Per me i Ciclòpi sùbito
fabbricheranno frecce, per me un arco
dalla forma ricurva. Ma ti chiedo
di portare la luce e di indossare
una tunica corta sul ginocchio
col bordo all'orlo, per andare a caccia
di animali selvatici. Concedimi
sessanta danzatrici oceanine
tutte di nove anni, tutte ancora
bambine che non portano cintura.
Al mio servizio dammi venti ninfe
del fiume Amnìso, che dei miei calzari
e dei cani veloci abbiano cura,
come si deve, quando non colpisco
linci né cervi. Dammi tutti i monti,
ma una città riservami qualunque,
quella che vuoi: discende raramente
Artemide in città. La mia dimora
sarà sui monti e le città degli uomini
frequenterò soltanto, quando, morse
dagli acuti dolori del travaglio,
in aiuto mi chiamino le donne.

Riferimenti:

http://www.miti3000.it/mito/biblio/callimaco/inni.htm#artemide

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